L’origine della tradizione dell’albero di Natale è molto incerta. L’albero come simbolo della vita che si rinnova è un segno pagano dell’antichità; mentre sembra che sia stata dei cattolici la scelta dell’abete, per la sua forma triangolare, che richiama la Trinità. Una leggenda molto antica racconta che, in una fredda notte di Natale, un boscaiolo guardò il cielo incantato dalla visione delle stelle che brillavano attraverso i rami di un abete coperto di neve. Lo prese, sfrondando i rami più lunghi, lo portò dentro casa e lo abbellì di candeline per riprodurre l'effetto delle stelle e della neve sui rami. Un'altra leggenda è quella del miracolo compiuto dal Vescovo Winfried (San Bonifacio) che, in Germania, si oppose al sacrificio di un giovane principe da parte di alcuni pagani adoratori di una quercia. Egli abbatté la quercia, e al suo posto miracolosamente comparve un abete, ossia l'albero della vita, rappresentante Gesù Cristo. Storicamente, molti secoli prima, in occasione della festa del solstizio d'inverno, un albero sempreverde veniva ornato di ghirlande per celebrare il ritorno del sole e la rinascita della natura. I Druidi, sacerdoti celti, erano soliti onorare l'abete; i Romani, alle calende di gennaio, ne regalavano un rametto come augurio di buona fortuna. Alcune città dell’Europa settentrionale si contendono il primato per aver innalzato un abete nella propria piazza. Questi alberi, nella preparazione di quelle antiche feste, venivano decorati con mele, noci, altra frutta e fiori di carta. Nel XVIII secolo, si cominciarono ad usare ghirlande, nastri e candeline. Più tardi, in Svizzera e Germania, furono preparati variopinti pendenti di vetro soffiato, che divennero gli ornamenti tradizionali dell’abete natalizio. Fino al ’600, la tradizione dell'albero di Natale rimase una usanza tipica delle regioni a nord del Reno, più vicine alla religione protestante.