Come ogni anno, il Natale giunge gradito con la sua magia: uno dei periodi più amati nel ciclo della vita di ciascuno di noi. In città e nelle campagne, il tempo si ferma in un’atmosfera irreale e incanta i cuori e le menti di grandi e piccini. Le strade, le vetrine, le case, le città e le campagne, tutto acquista i colori di suggestioni di tempi antichi. Si, perché il Natale oltre a essere una festa religiosa, ha in sé una grande ricchezza di tradizioni e credenze in cui trae le sue radici.
I popoli nordici, più vicini al Polo, avvertivano in maniera forte il senso di questa festa, così diedero vita a riti vari per ottenere i favori degli dei delle tenebre. Essi lasciavano fuori delle porte gli avanzi dei banchetti, bagnavano le porte delle case con sangue di animali sacrificati al sole e accendevano dei falò per illuminare il paesaggio circostante che, caratterizzato da una immensa distesa di neve, effondeva un’atmosfera silenziosa e solitaria. Inoltre, vedevano nell’agrifoglio un simbolo benefico.
La tradizione del ceppo, che doveva essere preferibilmente di quercia, nasce con i Romani, che lo dovevano lasciar bruciare per 12 giorni nelle loro case. A seconda di come il ceppo si consumava si potevano presagire gli eventi futuri e capire l’andamento dell’anno nuovo. In molte tradizioni italiche, con l’usanza di ardere il ceppo si intendeva bruciare le malattie, i malefici e le negatività, come atto purificatorio per eccellenza. Nella nostra tradizione, la luce del ceppo è stata sostituita dalle luci dell’albero e dalle intermittenze che decorano il nostro Natale.
Vi sono, poi le interessanti tradizioni culinarie di questo magico periodo: nell’Europa occidentale è diffusa la consuetudine di fare il “brindisi” di buon augurio, facendo tintinnare i bicchieri tra di loro, mentre nell’Europa dell’Est si è soliti rompere i bicchieri contro una parete. In Spagna si usa mangiare 12 chicchi d’uva, uno per ogni mese dell’anno, esprimendo un desiderio per ognuno di essi. Un’altra consuetudine ben augurante è il bacio che le coppie si scambiano sotto il vischio. Infatti, insieme all’agrifoglio anticamente si pensava che garantisse la buona sorte.